
La domanda sorge spontanea: Angelo Panebianco è direttamente pagato da Blackrock o da Goldman Sachs?
Contrariamente alle idee tutte da verificare dell’iperuranio mentale del prestigioso opinionista radical chic, noi sosteniamo che la debolezza dell’Europa sia la totale scomparsa di una parola, classificata né più né meno come una bestemmia: SOCIALISMO.

Ovvero quel socialismo di cui tanti pseudo intellettuali (come Panebianco), nei loro anni giovanili, si sono riempiti la bocca… E anche le tasche. Come nostro costume confuteremo le nostre analisi con le prove della storia. (1)
Certi banderuoli opinionisti hanno il vantaggio di sapere che gli italiani hanno la memoria corta, le loro parole se le porta via il vento, mentre i soldi nelle tasche – se vuoi la vita comoda – è meglio che trovi il sistema di reintegrarli. E questo i radical chic che svernano a Capalbio lo sanno benissimo.
Panebianco, come tanti altri ex acculturati compagni è, oggi, un convinto sostenitore del liberismo “elitista”.
Anche se la parola “etilista” classificherebbe molti “Corrieristi” alla loro reale dimensione di pagnottisti, spieghiamo che l’Elitismo è il movimento culturale di chi ha una concezione elitaria della società o segue una politica elitaria.
Per dirla con Wikipedia: “L’elitismo è una teoria politica basata sul principio secondo il quale il potere politico sarebbe sempre in mano a una minoranza che governa l’intera società. Si fonda sul concetto di élite, dal latino eligere, cioè “scegliere” (quindi “scelta dei migliori”); secondo tale impostazione le diverse forme di governo sebbene basate su principi di volta in volta diversi, e solo apparentemente contraddittori sotto diversi aspetti, lasciano intatta la struttura della società che vede una leadership concentrata sul potere di una minoranza organizzata”.
Gli anni del dopoguerra europeo, in particolar modo italiano, sono diventati per tutto l’occidente libero il modello sociale da seguire.
Anche gli USA di Donald Reagan sono stati costretti a svoltare verso un concetto di società che aveva a che fare con i diritti fondamentali della sanità, della scuola, del lavoro.

degli Stati Uniti,
(1981-1989)
La società americana guardava quello che succedeva nei civili paesi europei: la qualità di vita degli anziani, dei disoccupati, dei malati. Non dei ricchi, ma di coloro che non avevano possibilità economiche.
Tutti potevano andare a scuola, curarsi, andare in pensione. Lo potevano fare tutti alla stessa maniera.
Una volta era così in Italia. Oggi sappiamo che le cose sono parecchio cambiate.
Quando, negli anni 70 e 80, gli americani sono andati al voto, hanno portato le loro aspirazioni europee nella cabina elettorale, costringendo le amministrazioni (da Carter in poi) ad importare molto di quei modelli sociali. I candidati elettorali USA degli anni 80, hanno dovuto tutti promettere cambiamenti dei servizi di tipo europeo, magari poi solo mantenute in parte. Ma il modello che la società voleva era quello. Una rivoluzione silenziosa, di buon senso, insomma.
Alla fine degli anni 80, i grandi concerti e le prese di coscienza di tantissimi giovani hanno messo fine all’Apartheid nel britannico Sudafrica.

Ma sono state sempre le manifestazioni europee, poi fatte proprie dalla società americana, che hanno dato il via a quell’onda pacifica imponendo quelle scelte che, altrimenti, non sarebbero state prese.
Quello che la società americana osservava direttamente, di nascosto altre società guardavano silenziosamente. Erano i popoli dell’Est europeo. Danzica partì come una piccola ondicella di maretta, si trasformò rapidamente in uno tsunami gigante e spazzò via l’impero sovietico.
Non furono le bombe, i missili, le cannonate, le basi militari e la NATO a vincere quella guerra, furono i MODELLI SOCIALI-sti europei da seguire che fecero implodere i sistemi marci dall’interno. Poi arrivò l’Europa, e siamo diventati Europay.
All’inizio degli anni 90, appena firmato l’accordo di Maastricht, partì una sorta di inquisizione contro l’intera classe dirigente socialista europea che fu messa sotto processo. Le accuse formulate spaziavano l’intero diritto penale. Non fu risparmiato nessuno.

segretario del Partito Socialista Italiano dal 15 luglio 1976 all’11 febbraio 1993
Di ciò che è successo a Bettino Craxi e al Partito Socialista Italiano siamo tutti a conoscenza, ma vi assicuro che tutti i Partiti Socialisti europei furono decimati dalle inchieste, a volte strampalate, sia delle magistrature interne compiacenti che di quelle americane. Un esempio su tutti:
Dominique Gaston André Strauss-Kahn è un economista e politico francese. Membro del Partito Socialista, è stato ministro in dicasteri economici nei governi a guida socialista. È stato professore di macroeconomia a Sciences Po (Institut d’etudes politiques di Parigi). Dal 1º novembre 2007 al 18 maggio 2011 è stato direttore generale del Fondo monetario internazionale. Il 14 maggio 2011 viene arrestato a New York con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera di un albergo presso cui alloggiava a New York e quattro giorni dopo rassegna le sue dimissioni dalla carica di Direttore del FMI.

Le accuse a Strauss-Kahn, si sono però poi rivelate insussistenti, e la procura ne ha chiesto l’archiviazione nell’agosto 2011.
Di fatto Kahn ebbe il “demerito” di esprimere parole di fuoco contro l’operato delle grandi banche d’affari che, per fare profitto dalle speculazioni insensate, come quella dei titoli Subprime, avevano affossato le economie di mezzo mondo. Pagò per quello. E bastò che, al suo posto, vi mettessero una Roschildiana di ferro come Christine Lagarde, cresciuta a base di pane e companatico “Baker McKenzie” (andate a vedere di chi si tratta), per fare morire la cosa e vivere serenamente.
La fine del Socialismo, nemico mortale del liberismo anglo-americano, sta oggi comportando il vero dramma della società civile ed evoluta: la totale scomparsa della classe media. Lo stiamo vivendo giorno per giorno sulla nostra pelle.

Il mondo ha perso un modello vincente da prendere ad esempio, e non è certamente quello che ha consegnato le chiavi del futuro ad una Spectre di potenti criminali valutari, di cui Panebianco è uno dei tromboni peggiori, quello da seguire.
Giusto per la precisione, si sospetta che le donazioni di un fondo fiduciario bancario (Intesa San Paolo) che, ogni anno, coprono le pesanti perdite di bilancio del Corriere della Sera, arrivino dagli Stati Uniti da un fondo di investimento speculativo. Senza quella donazione i libri contabili del Corriere finirebbero dal Giudice Fallimentare.(2)
E poi ci lamentiamo con “Reporter senza frontiere” quando dice che la libertà di stampa in Italia è peggio di quella del Burkina Faso e del Ghana. Oggi siamo al 41mo posto, eravamo al 77mo sino a 5 anni fa, abbiamo migliorato.