DIRITTO DI SATIRA (art. 33 Cost.) La “Voce di Kasimiro”è una sezione di Contropotere dedicata alla satira, curata dallo scrittore e poeta argentino Kasimiro Weimar, famoso ballerino di tango, nonché aspirante cuoco e membro onorario (e occulto) del Seven Country Studies della Dieta Mediterranea. Il suddetto dott. Weimar affida le esternazioni che seguono alle pale eoliche che adornano il paesaggio calabrese con la speranza che si diffondano più in fretta e con maggior vigore.
di KASIMIRO WEIMAR con la collaborazione di PIER KASIMIRO WEIMAR
Limbadi. Emergono nuove inquietanti parentele a “Malandrinopoli”. Kasimiro è in possesso di scottanti documenti dai quali emergerebbe una terribile verità: una trisavola di una consigliera di minoranza, protetta dalla privacy, era l’amante nientemeno che di Don Rodrigo, il malvagio signorotto di manzoniana memoria. Donna di facili costumi poi sposata dal Griso, ebbe numerosi figli tutti, casualmente, finiti a Limbadi.

Di ciò il Manzoni ha taciuto, ma Kasimiro ha ritrovato la documentazione ora al vaglio di costernati inquirenti i quali, privi di intercettazioni ambientali, scarseggiando i microfoni all’epoca, cercano tra le note a piè di pagina di “Fermo e Lucia” e delle bozze de “La storia della colonna infame” al fine di trovare utili pezze di appoggio per comprovare infiltrazioni di umidità nelle cervicali del sindaco. Ultimamente vittima, pare, di preoccupanti capogiri.
Ma non è finita qui: anche un altro consigliere, stavolta di maggioranza, aveva una parente birichina. Ci sono inequivocabili, ma anche di più, inequivocabilissime, testimonianze sul fatto che una bisnonna, a cavallo di un asinello, con la scusa di portare l’acqua a Salvatore Giuliano nella sua latitanza, tra un bicchiere e l’altro…E qui si tace per rispetto per i morti, ancorché malandrini. Ma il nonnino che lo ha raccontato, mentre ricordava quelle vicende viste direttamente, ha avuto una ricrescita immediata dei capelli, biondi e ingellati col riporto.
Ancora al vaglio il caso di un consigliere di maggioranza la cui suocera sarebbe la sorella della zia della nipote del cognato del consuocero del nonno del genero dello zio del fratello della figlia della cognata del nonno della zia della sorella del cugino di quarto grado nientepopodimeno che del temuto boss italo americano Johnny Gambino: le indagini per tracciare il quadro completo del perverso legame parentale ha però subito una battuta di arresto perché agli inquirenti è venuto un attacco di labirintite e sono tuttora attaccati a una flebo di Microser. Insomma, tutto terribilissimo.
Ci sono i presupposti per una retata. Indubbiamente.
Detto ciò, l’invito di tutti è quello alla moderazione e a tornare a fare politica.
E qui rientra in gioco il figlio raccomandato di Kasimiro, Pier Kasimiro, che si occupa di cronaca politica, tra una telenovela e l’altra.
Pier ha saputo, da fonti incommensurabili, incontestabili e biodegradabili, che il sindaco ha pubblicamente richiamato tutti alla Resistenza!, assumendo el nombre de combattimiento Fideleo Mercurastro, con al fianco il prode Raul Peppe Tripaldastro, todos sostenudos dal prodissimo, e prodiano, emulo di Che Guevara, Pino Morello, meglio conocido como Pinovara. La triade vorrebbe, come da progettualità comune, creare una enclave autonoma di Cuba in Italia, sotto il nome di Limbana, in onore dell’amata Habana. Per la prossima festa del Santo, covid permettendo, Peppe Manco si starebbe già attrezzando per portare a Limbana la musicista cubana naturalizzata statunitense Cristina Cabello, famosa per il refrain “Habana uh na na”. Che si trasformerà, nell’occasione, in “Limbana uh na na”. Lo spettacolo “Cristina Cabello feat Miko Bellamia in concert” attirerà milioni di spettatori: per l’occasione rhum, sigari cubani e milingiani chini per tutti.

Ma la repubblichina Nicotera incomincia a guardare con sospetto la pericolosa deriva comunista di Limbana e il camerata protonotaro Antonio La Malfa, col nome di battaglia Junio Valerio La Malfa, sotto l’egida del dittatore di San Giuseppe Nino Cupitò, ribattezzato Ninochet, in onore del dittatore cileno, stanno organizzando un golpe. L’obiettivo è sradicare da Limbana le zecche rosse ed annetterla a Nicotera, facendone una colonia italiota, anzi nicoteriota. Un’impresa degna della Campagna d’Etiopia: l’obiettivo è quello di popolare Limbana di nicoteresi creando una colonia amministrata in regime di apartheid in cui vigerà una rigorosa separazione razziale e culturale, sulla base della superiorità, comprovata dagli studi di Cesare Lombroso, dei nicoteresi rispetto ai limbadoti. Antica rivalità tra le due polis consorelle, ma anche occasione per Nicotera di ricambiare il favore a Limbana: per quel lontano giorno in cui le truppe dei Mancuso occuparono la città costiera creando migliaia di schiavi, servi, leccaculo e sciacquapalle. E così il quartiere San Giuseppe (quartier generale dei neofascisti) si sta organizzando per l’occupazione, allestendo legioni di camicie nere che non si vedevano dai tempi della Marcia su Roma.
Una lunga colonna di moto ape attende di occupare il centro contadino comunista. In testa una moto ape 600, accuratamente truccata da un meccanico del luogo, munita di panini cu satizzu pietrificati dall’ultimo Taranta Festival. Così le camicie nere intendono attaccare e prendere il comune di Limbana con la furia cieca della violenza.
Già l’Asp si attrezza, fornendo al suo personale; il sindaco di Nicotera, Pino Marasco, in primis, una uniforme bianca da infermiera, con gonnellino e grembiule, in stile Addio alle armi di Hemingway. Ma i pazienti, però, in questo caso…Lasciamo perdere.
Quale sarà l’esito della battaglia è impossibile saperlo, considerata la levatura dei contendenti.
Ma, a dirimere la controversia potrebbe giungere la figura del grande Gigiñu, “el cui nombre suscita il terror in todo lo mundo. El su carisma, potensia ed imponenzia, lo pongono al maximo levelo de periculosidad en toda la tierra“. Come recita in questi giorni un noto periodico colombiano che si chiama “Haces cazzi tuos”. U Gigiñu, come il famoso Tank Man di Piazza Tienanmen, cercherà di fermare a braccia spalancate l’avanzata delle colonne di lape che giungono da Nicotera. El fringuello de Thailandia sarà però catturato dalla soldatesca nicoterese e usato per svolgere lavoro di segretariato tra le varie consorterie mafiose che dominano Nicotera, viste le eccelse doti diplomatiche ampiamente sfoggiate. Intanto si fa avanti il portavoce della ndrangheta intimando agli invasori di restituire immediatamente u Gigiñu , e con lui la sua preziosa agendiña color cachi, fitta di appuntamenti tra i rappresentanti dei boss.
Intervenuto per la liberazione del Gigiñu addirittura il Capitano Ultimo, assessore alla Regione, con un manipolo di prodi tra i quali Nino Spirlì in tuta rosa e paillettes. Il coraggioso Capitano ha attraversato la famosa via degli ombrelli di Nicotera, affrontando impavidamente le ire Ninochet. Con una mossa da maestro ha liberato il prigioniero Gigiñu, rinchiuso nel campanile della cattedrale e guardato a vista dai temerari membri del comitato dell’Assunta. Sterminate le sentinelle con un fucile lanciafiamme mentre gironzolavano con un camion per il paese urlando col megafono “W Maria!”, Kasimiro, usando la famosa scala di Mastru Ntoni du Burgu, è riuscito a far scendere Gigiñu dalla finestra. Ma il Capitano, forse a causa di quei concitati momenti, dimentica di perquisire il covo nicoterese dov’era segregato il prigioniero. A questo punto si fa inevitabile l’intervento dei Servizi Segreti: toccherà a loro recuperare la preziosa agendiña color di cachi di Gigiñu. Ma afferrarla non è stato semplice, in quanto l’astuto fringuello de Thailandia l’ha avvolta nelle sue mutande sporche, causa di una coltre di radioattività tanto che un agente è rimasto colpito da uno strano malore. Si mette dunque in moto l’Asp di Vibo in quanto i sintomi del malcapitato lasciavano pensare ad un attentato al polonio di matrice russa. Kasimiro, forte della sua grande esperienza di ballerino, con sinuose movenze si infila nelle strettissime maglie del Borgo e del Quartiere San Giuseppe. Fasciandosi la testa con una spessissima sciarpa in lana di alpaka, è riuscito ad impadronirsi dell’agendiña cachi di Gigiñu, il cui contenuto sarà presto divulgato in esclusiva ai lettori di Contropotere.
Ma ecco una piccola anticipazione del contenuto dell’agendiña: ore 15, caffè tra don Micu a bestia e don Cocimu testa i capra; ore 15, the con biscottini tra Cumpari Peppi, detto u scannagajini e Cumpari Pascali Mazzetta, e via discorrendo.

Intanto Kasimiro è braccato dai Servizi Segreti russi. In particolare, è inseguito da una cavalla moldava, più precisamente un troione da combattimento usato nella guerra contro la Cecenia per annichilire i ribelli. Il ballerino si fa catturare con una media di quattro/cinque volte al giorno, ma nonostante le gesta erotiche degne di una bagascia consumata, Kasimiro non ha mai rivelato alla spia moldava dove tiene nascosta l’agendiña color cachi di Gigiñu. In questo mentre, in preda all’ira, Pino Morello Pinovara si trasforma in Chucky, la Bambola assassina, e giura che la sua vendetta sarà sanguinaria. Si farà recapitare a Nicotera dentro a una scatola di Poste Italiane indirizzata al comune di Nicotera. Una volta dentro palazzo Convento Chucky Pinovara salterà fuori dalla scatola gialla e con il suo pauroso cachinno si lancerà all’attacco dell’assessore Marco Vecchio, reo, agli occhi di Chucky Pinovara, di lisciare le strade ai mafiosi: “una tradizione tutta limbadese arbitrariamente rubata da voi nicoteresi”, ha urlato furioso Chucky Pinovara, catturando l’assessore dagli occhioni di cerbiatto. Cosa chiederà Chucky Pinovara per la restituzione del prigioniero?
Lo scopriremo nei prossimi episodi.
Kasimiro e Pier Kasimiro Weimar