di ORESTE TARANTINO
Appena l’11 dicembre 2019, Marta Cartabia è stata promossa Presidente della Corte Costituzionale.
I titoloni apparsi sui giornali, hanno enfatizzato la notizia in maniera roboante. Il fatto che fosse la prima donna a ricoprire l’incarico e la sua granitica fede europeista democratica, ha dato fiato alle trombe della propaganda progressista e anti-sovranista. La Cartabia era stata nominata Giudice dall’allora presidente Giorgio Napolitano (sono 15 in tutto, 5 giudici nel portafoglio del Quirinale, gli altri 10 sono nominati per metà dal Parlamento e gli altri 5 dalle Corti di Cassazione, Appello e Conti riunite).
Il ruolo di Giudice dell’alta Corte dura 9 anni, e tutti quanti, a turno, diventeranno Presidente.

Perché tutti diventano Presidente? Per meriti? Certo che no… per i soldi.
Un Giudice Costituzionale guadagna 380 mila euro l’anno, il Presidente della Corte 450 mila. 70 mila euro in più, che verranno assegnati, in forma di vitalizio, anche dopo la loro fuoriuscita, come ci hanno spiegato bene Stella e Rizzo nel libro “La Casta”. Inoltre, il vitalizio non farà cumulo con altri stipendi e pensioni.
Pare che la Cartabia a fine settembre finirà i 9 anni di mandato e dovrà lasciare la poltrona di presidente al nuovo fortunato castista. Chissà chi sarà. Intanto Mattarella l’ha già sostituita con la baronessa universitaria Emanuela Navarretta, docente ordinario di Diritto privato e di Diritto Privato Europeo presso l’Università degli Studi di Pisa.

Pensate a Giuliano Amato, che già percepisce tra pensioni e vitalizi come parlamentare 47 mila euro al mese, ebbene quando anche lui lascerà la corte da Presidente, avrà ulteriore diritto ad altri 40 mila mensili del vitalizio come Giudice Costituzionale.
Ma cosa fanno i 15 Giudici Costituzionali italiani per pigliare così tanti soldi, ma così tanti e tanti, da far impallidire i (soltanto) 9 pari-mansione Giudici americani della Corte Suprema, che guadagnano solo 130 mila dollari l’anno, e che devono analizzare le Leggi di uno Stato 10 volte più grande dell’Italia sia in senso geografico che sociale, costituito da 52 Stati confederati aventi Leggi tutte disuguali tra loro?
Io ho provato a capire. Ho scritto su Google “Corte Costituzionale Sentenze” e mi è apparsa la seguente schermata:

poi ho messo l’anno 2020 e ho iniziato a casaccio una ricerca iniziando dalla sentenza numero 14.
È venuta fuori una pronuncia di illegittimità costituzionale avente per titolo:
“Processo penale – Dibattimento – Nuove contestazioni – Modifica dell’imputazione – Facoltà dell’imputato di richiedere, in caso di contestazione di un fatto diverso, la sospensione del procedimento con messa alla prova.”
Poi ho visto la numero 15, una sentenza di inammissibilità:
Reati e pene – Sostituzione delle pene detentive con la pena pecuniaria – Coefficiente di ragguaglio.
La 16, inammissibilità e illegittimità costituzionale:
Energia – Norme della Regione Siciliana – Legge di stabilità regionale – Sospensione, fino a centoventi giorni dall’entrata in vigore della legge regionale, del rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica o fotovoltaica. Disposizioni in materia di idrocarburi liquidi e gassosi – Esclusione dall’applicazione, nella Regione, dell’art. 46-bis del decreto-legge n. 159 del 2007 recante disposizioni in materia di concorrenza e qualità dei servizi essenziali nel settore della distribuzione del gas. Demanio e patrimonio dello Stato e delle Regioni – Concessioni demaniali marittime – Previsione di una durata massima per un periodo non superiore a cinquanta anni. Impiego pubblico – Previdenza e assistenza – Disposizioni relative al personale regionale e degli enti – Collocamento anticipato in quiescenza – Modalità e tempi per la corresponsione del trattamento di fine servizio o di fine rapporto. – Disposizioni relative al personale regionale e degli enti – Trattamento economico dei dipendenti assunti con concorso per dirigente tecnico nei ruoli dell’assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana di cui al decreto assessoriale del 29 marzo 2000. Sanità pubblica – Rimborso degli oneri inerenti alle prestazioni sanitarie ai fini del conseguimento della certificazione di idoneità alla mansione antincendio di volontario della protezione civile. Integrazione del budget di singole strutture accreditate che, sulla base di sentenze passate in giudicato, risultino essere state vittime di richieste estorsive.
Infine sono incappato nella 17:
Sent. 17/2020 – Pres. CARTABIA, Rel. AMATO – respinge il ricorso.
Banca e istituti di credito – Provvedimento della Banca d’Italia del 26 marzo 2019 [prot. 0406824/19] di scioglimento degli organi con funzione di amministrazione e controllo della Banca di Credito Cooperativo di San Biagio Platani sc. e di nomina degli organi straordinari – Mancato coinvolgimento della Regione Siciliana.

Non trovate strano che il relatore di una pronuncia che riguarda una banca, sia uno come Giuliano Amato che era, prima che diventasse Giudice, il general advisor per l’Italia di Deutsche Bank, e quando poi è diventato Giudice, il ruolo di advisor la stessa Deutsche Bank l’abbia consegnato al genero di Amato stesso.
Poi, sconfortato, la ricerca l’ho finita li.
Quello che mi salta in mente, in questi giorni di dolore per la morte orribile, a Colleferro, del giovane Willy Monteiro (aveva l’età di mio figlio), è la notizia poco diffusa del 20 giugno 2020, in merito all’archiviazione delle indagini per violenza sessuale a Pamela Mastropietro. Che è successo?La diciottenne romana era scomparsa dopo essersi allontanata da una comunità di recupero per tossicodipendenti. Il suo cadavere fu trovato smembrato e nascosto in due valigie abbandonate a pochi chilometri da Macerata, notate per caso da un passante. Pochi giorni dopo, i suoi vestiti macchiati di sangue furono trovati nell’abitazione di Innocent Oseghale. Insomma questa parte della storia la conosciamo tutti.
La Procura di Macerata ha archiviato le indagini su due uomini accusati di violenza sessuale: un uomo di Mogliano che aveva dato un passaggio in auto alla ragazza, dopo che si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia e un tassista di origini argentine che la avrebbe ospitata a casa sua la notte del 29 gennaio. Questo poche ore prima dell’omicidio per cui è stato condannato all’ergastolo il nigeriano spacciatore. Entrambi gli indagati erano accusati di aver avuto rapporti sessuali con la diciottenne, approfittando del suo “evidente stato di difficoltà” e di “minorata difesa“.
Ovvero, invece di chiamare il 112, il 118, la Croce Rossa, e fare intervenire chi di dovere per cercare di migliorare le condizioni della ragazza, hanno pensato bene di titillarsi il beato uccellino, consegnandola ancora più disperata e indifesa in balia dei predatori nigeriani.
La richiesta di archiviazione era stata presentata dalla Procura sulla base del fatto che mancava la denuncia, cioé la querela di parte necessaria a perseguire il reato. Insomma la denuncia l’avrebbe dovuta fare Pamela, visto che in questi casi nemmeno un tutore o un familiare può sostituirsi alla vittima e presentare la querela al suo posto. La famiglia si era opposta: come avrebbe potuto sporgere denuncia Pamela, uccisa nemmeno 24 ore dopo?
Alla Procura non si danno pace, parlano di un vuoto normativo che va colmato e hanno sottolineato che “il giudice ha evidenziato il difetto normativo che, in casi come questi, impedisce di fatto a terze persone di cercare e magari ottenere giustizia“.
E chi lo dovrebbe colmare, di grazia, questa “Fossa delle Marianne”, che solo con una plasil in corpo si può chiamare vuoto normativo? Chi?La 54enne neo giudicessa esperta in diritto privato europeo? O lo stratega delle speculazioni valutarie in Italia della più criminale e corrotta banca tedesca?
Ecco, se alla Corte Costituzionale, invece di organizzare messa in prova dei criminali; curare gli interessi di Deutsche Bank e i concessionari degli impianti fotovoltaici in Sicilia, pensassero ogni tanto alle vittime come Pamela, risulterebbero più simpatici e graditi a tutti.
Se facessero il loro dovere, dimostrando di non essere degli accattoni nullafacenti.
Quelli che, se fanno #eramegliochenonfacessero.

Sono riusciti a farci rendere simpatico Luca Traini, l’unico che ha cercato, con quella sua testa malata, di fare giustizia bypassando un tale sistema in cancrena. Ma è stato punito per avere ferito quattro spacciatori e due prostitute nigeriani, sfavorito nella sentenza da un tatuaggio fuori posto. 18 anni di carcere, confermati in secondo e terzo grado. Per Lui, archiviazione per palese infermità mentale manco a parlarne.
Intanto i forzuti colleferresi hanno dato incarico agli avvocati, quelli bravi, quelli con gli allacci giusti al CSM.
Povero Willy.