
Lo scorso 5 maggio la cittadina costiera ha vissuto come una sorta di “deja vu”. Infatti, il Commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliani, e il consigliere regionale Vito Pitaro, si sono portati presso il nosocomio nicoterese per un “sopralluogo”, al fine, a quanto pare, di controllare lo stato dell’edificio e la qualità dei servizi. Già altre volte, troppe volte, infatti, l’ospedale della cittadina medmea ha visto onorevoli e commissari in visita.
Innanzitutto non si capisce perché un Commissario alla guida di un’Asp debba effettuare un sopralluogo in una struttura ospedaliera accompagnato da un politico. Segno nefasto delle continue ingerenze della politica nella sanità pubblica, e che non lascia intravedere nulla di buono, almeno per Nicotera. La capatina di Vito Pitaro ha un imprinting chiaramente politico. Il consigliere ha, infatti, un debito elettorale con la cittadina costiera, o, per meglio dire, con il suo primo cittadino, e così si è verosimilmente portato in città per pagare la sua cambiale. L’avvocato vibonese prestato alla politica, nella tornata elettorale dello scorso gennaio per la formazione del nuovo consiglio regionale, a Nicotera ha sbaragliato la concorrenza, incassando 243 preferenze. Il più votato è stato proprio lui, riuscendo ad asfaltare candidati molto conosciuti nel centro medmeo. Il prodigio di quel primo posto sta nel fatto che Vito Pitaro non conosce Nicotera, e Nicotera non conosce Pitaro. Ma lo conosce il sindaco Giuseppe Marasco. E tanto basta.
Ma chi è costui?
A 19 anni, come avrebbe detto Santo Mazzarino, Pitaro era già un politico consumato. Ha iniziato la carriera politica con la Sinistra giovanile; quindi è approdato a Rifondazione comunista. E’ stato segretario provinciale dei Comunisti Italiani dai quali è stato espulso direttamente dal segretario nazionale, Oliverio Diliberto, pare per uso improprio dei fondi del partito. Ma Pitaro non si è perso d’animo e ha continuato la sua scalata. Approda nei socialisti, poi nei Ds e da qui nel Pd. Poi nel gennaio del 2020, la folgorazione sulla via per Damasco: con un ribaltone degno di un acrobata del Cirque du Soleil atterra in Forza Italia, esattamente nel punto opposto da dove era partito. Si candida nella lista “Santelli presidente”. Il cambio di casacca gli ha portato fortuna perché gli è valso una poltrona da consigliere regionale.
Per anni Pitaro è stato fedele a Brunello Censore. I loro nomi emergono nelle carte dell’inchiesta “Rinascita Scott”, firmata dal procuratore antimafia Nicola Gratteri, inchiesta che, com’è noto, ha portato all’arresto di centinaia di persone considerate affiliate o contigue alla famiglia mafiosa Mancuso di Limbadi. Nello specifico, in merito alla richiesta di arresto dell’ex consigliere regionale Pietro Giamborino, emerge un’intercettazione in cui l’arrestato parlava di Bruno Censore sostenendo che avrebbe condotto la campagna elettorale delle Politiche del 2018 «con il supporto di Pitaro Vito ed entrambi (Pitaro e Censore) si sarebbero avvalsi dell’appoggio di persone ‘ad alto rischio’, esponenti della criminalità locale, per garantirsi il bacino di voti».
Il padre, Nicola, è stato per quasi 20 anni Gran Maestro della Gran Loggia di Calabria. Nel 2005 è passato nella massoneria del GOI (Loggia “Michele Morelli” di Vibo, la stessa di Ugo Bellantoni indagato in Rinascita”).

Marasco procacciatore di voti per Pitaro.
Il procacciatore di voti per Pitaro, a Nicotera, è stato il sindaco Giuseppe Marasco che, insieme alla sua amministrazione, ha sostenuto l’ex assessore del Comune di Vibo. Marasco, da uomo devoto a Forza Italia, non poteva certo rifiutare l’invito giuntogli dall’alto. Anzi, il sindaco deve aver accolto con entusiasmo il compito che gli è stato affidato, e ha lavorato alacremente alla causa, se quasi 250 nicoteresi hanno dato il loro consenso a un perfetto sconosciuto. Adesso, come prevedono le norme della buona educazione, Pitaro ha trovato l’occasione per sdebitarsi con il sindaco, e quale occasione migliore che la visita del Commissario dell’Asp Giuliani e l’eterno asso della manica di ogni politico: le tristi condizioni dell’ospedale di Nicotera?

La visita
Pare che il sopralluogo del Commissario e del consigliere sia da ascriversi allo spirito di iniziativa della consigliera con delega alla Sanità, Rosa Maria Barillari. “Una delegazione istituzionale di alto profilo” (com’è stata definita dalla nota stampa diramata dal comune) ha fatto delle precise promesse all’amministrazione che, al gran completo, ha accolto i due notevoli visitatori.
«Il sopralluogo si è protratto per quasi due ore- si legge nella nota– sono stati visitati vari reparti e ambulatori, come la dialisi, servizi come l’ufficio ticket e la guardia medica. Al termine del sopralluogo stesso il Commissario Giuliano e l’onorevole Pitaro si sono poi ulteriormente trattenuti con gli amministratori locali all’esterno dell’ospedale per fare il punto della situazione», e deve essere stato un momento drammatico, vista la situazione in cui versa l’ospedale cittadino. Pare, invece, che l’ottimismo abbia trionfato e che le promesse siano state elargite come se non ci fosse un domani. Tanto per cominciare il commissario Giuliani ha garantito che “invierà a giorni una squadra per decidere gli interventi da fare per ridare decoro e sicurezza all’ospedale e garantire così anche la sicurezza di chi vi lavora e dei cittadini che vi si recano”. Ma non solo: si provvederà al rafforzamento di alcuni servizi ambulatoriali esistenti. Infine il commissario “ha anche promesso che darà mandato ai tecnici dell’Asp di verificare costi e fattibilità per una zona di atterraggio dell’elisoccorso”. Il sindaco e il consigliere Barillari hanno inoltre dichiarato: «dopo tanto silenzio la questione sanitaria nicoterese torna nell’agenda amministrativa dell’azienda sanitaria provinciale e di questo ringraziamo il commissario Giuliani e l’onorevole Pitaro». E che «l’incontro di oggi segna una inversione di tendenza che ora va incentivata e approfondita».

Le eterne incursioni dei politici, le solite bugie.
Giuseppe Marasco, primo cittadino di Nicotera e uomo che ronza intorno al Comune nicoterese già dai tempi del primo Adilardi, sa bene che l’ospedale nicoterese è stato oggetto di attenzione di vari esponenti politici bipartisan. Ma sa altrettanto bene che le promesse fatte sono tutte miseramente cadute nel vuoto e che la situazione è inesorabilmente peggiorata.

Ora si favoleggia addirittura sulla creazione di una pista di atterraggio per l’elisoccorso. È un po’ come pensare di costruire un modernissimo Ponte sullo Stretto quando le strade calabresi sono ridotte a un colabrodo. Sarebbe più realistico evitare che spariscano servizi già esistenti, tentando nel contempo di potenziarli. Ma la tentazione di stupire con effetti speciali è dura a morire.
La marcia di Esculapio.
Ad allungare le memorie corte ci pensano gli archivi giornalistici di chi negli anni ha seguito le plateali pièce di uomini politici con al seguito gli amministratori di turno. Nei lunghi corridoi vuoti dell’ospedale quante volte sono echeggiati, come un calpestio di cavalli al trotto, i passi dell’ex onorevole Nazzareno Salerno e della squadra guidata dall’ ex sindaco Francesco Pagano. La scena ricordava un po’ le spettacolari visite nei reparti del famoso dottor professor Guido Tersilli, interpretato dall’indimenticabile Alberto Sordi, nel film cult “Il medico della mutua”.
Le marce di Esculapio si sono protratte negli anni a cadenza più o meno annuale. Se ne ricorderà sicuramente Giuseppe Marasco perché egli presente quelle volte in cui il politico serrese giungeva a Nicotera per tributare l’ennesima inutile ispezione nella struttura sanitaria. Marasco, nella giunta Pagano, poi sciolta per infiltrazioni mafiose, ricopriva il ruolo di assessore alla Sanità. Conosceva, e conosce, bene i problemi dell’ospedale e della sanità provinciale e regionale e sa bene che le promesse fatte sono complicate da realizzare. Se il consigliere forzista qualcosa di buono poteva fare per il nosocomio costiero non lo sapremo mai dato che è stato arrestato nel febbraio del 2017 nell’ambito dell’operazione “Robin Hood”, un eroe all’incontrario, però: rubava ai poveri per dare ai ricchi. Nello specifico, l’inchiesta ha scoperto l’ingerenza mafiosa della potente cosca dei Mancuso nella gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà.

Nell’aprile del 2013, dunque, le promesse di Salerno. Ma solo un mese prima la struttura aveva ricevuto la visita della commissaria dell’Asp, Maria Pompea Bernardi. Anche da parte della commissaria una presa d’atto delle criticità e dei punti di forza della sanità nicoterese. Ad agosto dello stesso anno, la Bernardi sedette negli scranni del consiglio comunale. Benchè avesse escluso a chiare lettere la riapertura dell’ospedale, il management promise l’adeguamento della struttura a “casa della salute”, per la quale si prevedeva una serie di servizi essenziali. In un’intervista del dicembre del 2013, Marasco illustrava fiducioso le iniziative che, a parer suo, da lì a poco avrebbero interessato la struttura ospedaliera nicoterese. Tanti progetti e lodi sperticate per la Bernardi: la “Casa del sorriso” era già cosa fatta. Si trattava di un punto di riferimento per la salute dei cittadini, dove i servizi di assistenza primaria avrebbero dovuto integrarsi nel territorio con quelli specialistici: un team interdisciplinare in grado di fornire prestazioni cliniche di qualità e una vasta gamma di interventi specialistici, preventivi e di promozione della salute. Invece, qualche tempo dopo fu depotenziato il laboratorio analisi. Il sindaco sa dunque che nessuna “inversione di tendenza” può mettersi in atto, ed è diventato ingenuo di colpo se asserisce il contrario.
Cosa avrebbe dovuto essere e non è mai stato.
L’ospedale di Nicotera avrebbe dovuto essere tante cose: un hospice; una casa della salute; un centro per la cura della salute della donna; avrebbero dovuto essere aperti gli ambulatori di ginecologia, oculista, otorinolaringoiatria, ovviamente anche una postazione Suem. Ma invece è diventato la passarella per le marce di Esculapio, di politici e commissari di turno.