Lia Staropoli, presidente dell’Associazione “Condivisa”, sodalizio nato in difesa della legalità e per sostenere le Forze dell’ordine, ha annunciato di lasciare la Calabria. Una decisione sofferta ma inevitabile, ha dichiarato la Staropoli, dovuta alla delusione di non sentirsi doverosamente tutelata in un contesto dal quale sono arrivate minacce e intimidazioni. Numerose le attestazioni di solidarietà giunte alla caparbia attivista della legalità. Tra queste anche quella famiglia Andreacchi che ormai da undici anni vive con l’angoscia della scomparsa di Pasquale, di soli 19 anni, probabilmente ucciso e fatto sparire.

«La famiglia Andreacchi- si legge nella nota stampa- offre piena vicinanza a Lia Staropoli, purtroppo costretta a lasciare la propria terra per colpa di una malaerba che la giustizia non vuole sconfiggere». «Abbiamo conosciuto la Staropoli molti anni addietro dopo tante ma tante delusioni da una giustizia che non arrivava e oggi ancora non arriva- scrivono i familiari di Pasquale- da allora assieme a lei abbiamo continuato la nostra dura battaglia chiedendo verità e giustizia per il nostro caro Pasquale ucciso brutalmente da mano ancora ignota. Da quando la dottoressa Staropoli è stata al nostro fianco non ci siamo mai sentiti soli e nulla assieme a lei ci è sembrato impossibile». I parenti del giovane scomparso tengono a sottolineare che la presidente di Condivisa non li ha mai abbandonati, ha sempre ricordato Pasquale continuando lei stessa a chiedere verità e giustizia che purtroppo, scrivono, «non è arrivata». «Abbiamo sempre considerato Lia Staropoli- proseguono- una persona piena di coraggio e molto determinata, ma purtroppo le persone come lei anziché essere considerate e protette vengono abbandonate». La delusione per la partenza di Lia è grande per la famiglia Andreacchi: «è una donna che lotta- scrivono- e sta al fianco di famiglie che purtroppo la ndrangheta, la malavita, ha tolto loro un caro come noi, e questo lo si può anche leggere nella seconda edizione del suo Libro, “La Santa setta”, dove ha ricordato e raccontato storie di ragazzi uccisi da questo cancro che è la mafia. In conclusione, gli Andreacchi promettono di continuare a sostenere Lia anche da lontano, perché grazie a lei «la storia di Pasquale non è finita in un dimenticatoio, grazie a lei abbiamo avuto la possibilità di entrare nelle scuole partecipare a convegni andare nelle piazze a raccontare la tragica storia di Pasquale». «In futuro- aggiungono- ci mancherà molto la sua presenza ma sappiamo che sarà sempre presente, anche se da lontano, a sostenerci e a consigliarci nelle nostre decisioni come noi faremo con lei. Sempre e per sempre con Lia».