Nicotera. Arriveranno probabilmente in questa settimana i risultati del test del Dna che dovrà fugare ogni dubbio sulla reale identità del cadavere carbonizzato ritrovato in un’automobile il 20 giugno scorso. L’auto era la Fiat Punto in uso al 34enne Stefano Piperno, scomparso nel primo pomeriggio del 19 giugno. Il giovane era uscito di casa verso le 15 e un quarto per recarsi al lavoro presso il centro di accoglienza per migranti. Qui Stefano, ormai da mesi, insegnava alfabetizzazione agli ospiti della struttura, ma purtroppo quel giorno sul posto di lavoro non è mai arrivato. L’allarme era scattato alle 19 di quella stessa sera quando i genitori si sono allarmati non vedendolo rientrare. Una notte terribile attendeva la famiglia Piperno, sprofondata in una angoscia infinita, in quanto il loro congiunto non aveva fatto rientro a casa né aveva avvisato i suoi che avrebbe fatto ritardo. Stefano era solito rincasare con puntualità la sera, finito il lavoro, e non tardare mezz’ora più del previsto senza avvertire. E quella stessa sera i genitori si sono recati dai Carabinieri della stazione di Nicotera per denunciare ai militari l’insolita circostanza del mancato rientro di Stefano. Le ricerche del giovane insegnante sono partite subito. Era il giorno dopo la terribile alluvione del 18 giugno e le strade erano impraticabili per la pioggia e il fango, ma ciò non ha impedito ai Carabinieri di mettersi alla ricerca del ragazzo, coadiuvati in questa operazione dai Vigili del fuoco presenti in quei giorni sul territorio per prestare soccorso ad un territorio aggredito da un’alluvione senza precedenti.
Verso mezzogiorno il ritrovamento dell’auto del ragazzo. Il mezzo era completamente distrutto dalle fiamme. Al suo interno giaceva un corpo carbonizzato, sdraiato sul sedile del passeggero. Benchè tutto facesse pensare che quel cadavere appartenesse proprio a Stefano, solo il test del Dna potrà confermarlo definitivamente. Finchè quell’esito non sarà arrivato, quello non è il corpo di Stefano ma semplicemente un cadavere non identificato, proprio per questo motivo il medico legale nominato dalla famiglia, non ha potuto assistere all’autopsia disposta dal Pm Filomena Aliberti che sta seguendo il caso. Gli esiti dell’esame autoptico sarebbero già arrivati sulla scrivania del magistrato, e ora saranno oggetto di una attenta valutazione, da parte della Procura e dei Carabinieri che stanno indagando sulla vicenda, per decidere quale sarà la pista da seguire. Le indagini sono in mano ai Carabinieri del Comando di Vibo e di Tropea, guidati rispettivamente dal Maggiore Valerio Palmieri e Dario Solito. Sulle indagini vige intanto il massimo riserbo e niente trapela da parte degli organi inquirenti. Un caso seguito con la massima attenzione e grande cura dei dettagli. Indagini svolte dunque a 360 gradi, come si dice in questi casi, in cui ogni particolare sarà accuratamente scandagliato al fine di arrivare alla verità su quel che è successo a Stefano quel piovoso pomeriggio del 19 giugno. I Carabinieri hanno sentito parenti e conoscenti del ragazzo, perché ogni particolare, impressione, dettaglio potrebbe aggiungere un nuovo tassello al drammatico mosaico dai profili ancora fin troppo incerti. Tra le tante persone ascoltate anche la donna romena di 40anni che da tempo pare intrattenesse una relazione con Stefano. La donna, separata e madre di una figlia di 24 anni, lavora come badante di un’anziana signora presso una famiglia nicoterese. La storia con il giovane insegnante pare fosse nota a tutti in paese, in quanto i due la vivevano alla luce del sole, senza cercare di nascondersi da occhi indiscreti. La cittadina romena ha ammesso di aver visto Stefano quel giorno, ma un breve incontro e niente di più, avrebbe riferito ai Carabinieri. Anche lei, da quel pomeriggio avrebbe perso ogni contatto con il ragazzo.
Intanto la famiglia Piperno attende con comprensibile angoscia di sapere cosa è successo a Stefano. Si sono affidati con fiducia al lavoro degli inquirenti certi che potranno svelare cosa è successo al loro congiunto. Verità e giustizia per una famiglia perbene e molto stimata, e per Stefano, un bravo ragazzo benvoluto da tutti.