di Oreste Tarantino – Giovanna Botteri non è una donna da sfottere per l’abbigliamento casual, per la mancanza di trucco e di accessori femminili. No, viene presa di mira perché si sente baciata dalla quella sobria superiore moralità tipica dei radical chic italiani, quelli di ispirazione democratico liberista.
La sua famosa diretta su RAI 3, la sera del trionfo di Trump, è ancora lì a testimoniarlo.
È stata, per un lungo periodo, la strapagata corrispondente della RAI a New York. 200 mila euro l’anno di stipendio più vitto e alloggio in un appartamento a Manhattan di proprietà dell’Ente televisivo, un volo diretto al mese New York – Italia per contratto.
Ben voluta e coccolata dai ricchi ambienti Dem benestanti cittadini, quelli che tutte le sere discutono, con tono affranto, delle problematiche sociali dei quartieri periferici, tra un pasticcio gourmet e un bicchiere di barolo, in eterogenea compagnia: un deputato, un finanziere, un editore, un giornalista…
New York come Capalbio, Manhattan come i Parioli…. I radical chic sono tutti uguali, e lì, in quell’ambiente Giovanna ci sguazzava alla grande.
Sino a quando le cose vanno bene.
Ha passato indenne 12 anni di sogni culturali senza sforzo, analizzando la tormenta della vita reale dalla sua elitaria postazione nell’arca dorata tra le nuvole, con i suoi eroi saldamente al comando sia in America che in Europa, a cavallo tra i due mandati di Clinton e gli altri due di Obama.
Le sue disquisizioni giornalistiche, su quanto fosse giusto bombardare Damasco piuttosto che Tripoli, fanno parte della sua storia personale. Le enfasi con cui annunciava le risoluzioni dell’ONU su come ammazzare Assad o Gheddafi, mandavano in visibilio la sinistra progressista italiana.
Poi le cose hanno iniziato a prendere la piega logica dell’insoddisfazione, da un salotto buono al centro di New York non si riesce a guardare nella pancia di quanti vivono la precarietà e la disperazione nella periferia degradata. Gli americani, come gli italiani, del PD non ne vogliono sapere più.
Quando alle primarie i Democratici scelgono la candidatura di Hilary Clinton, bocciando il socialista Sanders, Giovanna Botteri festeggia la cosa con una dichiarazione deprimente: l’America ha scelto la solidità dell’esperienza adatta alla globalizzazione, piuttosto che all’incerto populismo che avrebbe effetti disastrosi sui mercati. Parole non certo adatte ad una che si dichiara di sinistra.
Il tenore della disfatta, la sera delle elezioni di Trump, sono la prova della sua vergognosa faziosità.
Non capiva Giovanna come mai, i giornalisti sobri come Lei, non facevano più presa nei cuori degli elettori.
“Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. E i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.
Pier Paolo Pasolini sintetizzava così la sua profezia che, oggi, avrebbe visto nella Botteri l’incarnazione perfetta.