di Enza Dell’Acqua

Chissà se i bambini della Scuola Elementare Paolo VI quando, stamane, si sono recati dai Carabinieri del Comando di Gioia Tauro, in occasione della festa delle Forze Armate, sapevano che il cartellone, così solennemente donato ai militari dell’Arma, raffigurava un berretto da ufficiale di artiglieria nazista (Wermacht) della Seconda Guerra mondiale. Con tanto di aquila con le ali spiegate e croce uncinata.

Nello stesso cartellone, accanto al copricapo delle SS, ve n’erano raffigurati altri due, normalmente in uso ai Carabinieri. All’evento, organizzato dalla scuola, hanno presenziato il sindaco della città portuale, Aldo Alessio, e la vice sindaca, nonchè assessora all’Istruzione, Carmen Moliterno. Una manifestazione emozionante, specialmente per i bambini, 162 in tutto, entusiasti di vedere da vicino il mondo degli eroi in divisa che ogni giorno tutelano la sicurezza dei cittadini. Un incontro tra tre istituzioni fondamentali nella vita di una società civile: la scuola, le Forze dell’ordine e l’amministrazione comunale.

Tutto bello, dunque, se non fosse per quel berretto da nazista: una vera e propria nota stonata in un’armonia di intenti. Inutile sottolineare che il sindaco Alessio, reso edotto dell’incursione dell’odioso intruso del Terzo Reich, ne ha preso immediatamente le distanze, dicendosi indignato. «Apprendo solo adesso dell’esistenza di questo manifesto», ha dichiarato, contattato da Contropotere, «nel caso in cui l’avessi visto nel corso della manifestazione me ne sarei dissociato immediatamente. Lo faccio adesso, anche a nome della mia amministrazione». Un’amministrazione, quella presieduta da Alessio, dichiaratamente di sinistra, e che, sia chiaro, condanna fermamente i valori, anzi, i disvalori, proposti dall’ideologia nazista. Aldo Alessio è stato un comunista di stretta osservanza, un dirigente del PCI che, adesso che è scomparso il Partito di riferimento, si definisce un uomo di sinistra, senza tessere di partito.

Un sindaco non nuovo alle sue battaglie in difesa della legalità, coadiuvato in questa azione dalla sua giovane e caparbia amministrazione. La legalità, e la sua promozione, è un punto fermo del suo esecutivo, in un territorio difficile, come quello di Gioia Tauro, sempre preda degli appetiti mai appagati dei mafiosi. Lo ribadisce con forza Carmen Moliterno, Assessora alla Pubblica Istruzione. «Quest’amministrazione sta portando avanti una campagna a favore della legalità, anche avvicinando le scuole al mondo delle Forze dell’ordine, affinchè i ragazzi comprendano qual è la parte giusta in cui stare».

Le scolaresche della città portuale hanno visitato anche il comando della Guardia di Finanza, così come punto d’orgoglio è il “Maggio dei libri”, iniziativa patrocinata dalle Forze dell’ordine che mira ad educare i giovani alla legalità attraverso la lettura. Proprio perché l’amministrazione si è fatta promotrice di tali eventi appare intollerabile agli occhi dell’assessora Carmen Moliterno il fatto che un simbolo nazista abbia sfregiato una manifestazione assai significativa in termini valoriali. Dello stesso parere la preside della Paolo IV, Salvatrice Faraci, la quale non nasconde la sua indignazione, disapprovando senza mezzi termini quanto accaduto.

È lei a spiegare come, presumibilmente, possa essere accaduta una cosa del genere. Sembra che il cartellone sia stato preparato a casa dai bambini, durante il ponte di Ognissanti, senza, quindi, la supervisione dell’insegnante. La preside stigmatizza la condotta della docente che avrebbe dovuto visionare i cartelloni prima dell’inizio della manifestazione; ha certamente peccato di superficialità, ha sottolineato Salvatrice Faraci, ma nessuno poteva immaginare che i bambini scaricassero da internet un copricapo da nazista da accostare a quello dei Carabinieri. «Sarà comunque condotta un’indagine interna», assicura la preside, per stabilire come son andate le cose.
Ma il punto è proprio questo: i piccoli hanno intenzionalmente cercato un berretto da nazista, magari come elemento “da porre in contrapposizione ai valori della legalità e della pace” ( così ha ipotizzato l’assessora all’Istruzione) o, invece, si sono imbattuti casualmente in quell’elemento e non hanno riconosciuto in esso l’orrendo portato storico che rappresenta? L’indagine interna promessa dalla Preside forse chiarirà alcuni aspetti della vicenda, nella speranza che i rigurgiti nazisti non tornino a funestare le nostre giornate.