La questione di una mancata postazione del 118 nella cittadina costiera e territorio limitrofo è una faccenda assai seria che attanaglia Nicotera ormai da decenni. In merito si è detto e si è scritto tanto. Non c’è politico che non sia interessato all’annosa questione; fiumi di inchiostro sono stati versati per raccontare i mille volti di un imperdonabile disservizio. Ci sono state proteste; si è creato un comitato civico; una raccolta di ben 3000 firme; incontri in prefettura con il rappresentante territoriale del governo; la solenne consegna delle firme all’allora governatore della Calabria Mario Oliverio il quale ha ricambiato lo sforzo dei cittadini con le solite promesse da marinaio; c’è stata addirittura una interrogazione parlamentare, da parte della deputata pentastellata Dalida Nesci, e, a proposito di politica, della vicenda si sono interessati vari consiglieri regionali, di varie legislature: Nazzareno Salerno, Vincenzo Pasqua, Michele Mirabello, Giuseppe Mangialavori, ed altri ancora.
Cosa avrà ottenuto la cittadina costiera da queste iniziative e da questo spiegamento di forze politiche? Praticamente niente. E niente sembra le sia destinato, per una serie di ragioni ormai arcinote. Eppure, su questo problema irrisolto si continua a speculare, si continuano a dare false speranze ai cittadini, in specie in prossimità delle campagne elettorali.
Il 5 maggio scorso si sono portati nella cittadina costiera il commissario dell’Asp di Vibo, Giuseppe Giuliano, e il consigliere regionale di maggioranza, Vito Pitaro. I due, accolti dal sindaco Giuseppe Marasco e dalla sua amministrazione al gran competo, avrebbero promesso al primo cittadino di risolvere in tempi brevi la questione del 118; che Nicotera, cioè, avrebbe avuto la tanto agognata postazione Suem. A farsi garante della solenne promessa proprio il consigliere regionale Vito Pitaro.

Poco meno di tre mesi dopo arriva l’annuntio vobis, a tambur battente, dell’amministrazione comunale. Traguardo storico: Nicotera ha finalmente un’ambulanza. E’ il 28 luglio: il sindaco autocelebra la sua “evangelica pazienza” nell’aver atteso nel dare una risposta ai suoi detrattori, e annuncia che “la strategia del dialogo con i vertici dell’Asp ha dato buoni frutti”. Nicotera, ha detto Marasco, avrà la sua postazione definitiva di un’ambulanza (non medicalizzata). Poi ringrazia tutti: da Galletta a Talesa passando per Giuliano, ora pro nobis. Ma soprattutto, un ringraziamento particolare lo rivolge a Vito Pitaro, l’uomo che sarebbe stato determinante nella soluzione della decennale criticità. «Un ringraziamento particolare – scrive Marasco –va alla politica e al consigliere regionale Vito Pitaro capogruppo di “Santelli Presidente” che, a soli pochi mesi dal suo insediamento, ha dimostrato ancora una volta la sua vicinanza alla città, supportando l’amministrazione comunale in questa ed altre delicate questioni».
Tre giorni dopo, Marasco pubblica, ancora una volta nella pagina istituzionale del Comune, “l’atto ufficiale con il quale il commissario straordinario dell’ASP di Vibo valentia, dott. Giuseppe Giuliano, decreta ufficialmente l’istituzione della postazione del 118 presso l’ospedale di Nicotera”. Anche in questa occasione l’uomo da ringraziare è lui: Vito Pitaro: «Un ringraziamento veramente sentito lo rivolgo all’on. Vito Pitaro– scrive il sindaco- che in silenzio, senza cercare ribalte, mi ha sostenuto politicamente in questa difficile partita, affinché Nicotera ottenesse questo importantissimo servizio fino ad oggi sempre negato“.



Tra parentesi: fa rabbrividire il fatto che per ottenere un diritto previsto dalla Costituzione bisogna rivolgersi a un politico e chiedere la sua intercessione presso dei dirigenti di un servizio pubblico, come se fosse un’azienda privata, gestita da privati, come fosse una gentile concessione. E fa ancora più riflettere il fatto che, come vedremo, Nicotera non avrà alcuna postazione Suem, benchè non medicalizzata. Per cui quelle litanie da grazia ricevuta, oltre che umilianti per il sindaco e la città che rappresenta, non hanno ragion d’essere. .
Fatto sta che a Nicotera nessuno ha mai conosciuto Vito Pitaro prima di quel 5 maggio, quando, cioè, si è portato in città per rassicurare l’amministrazione sulla risoluzione della problematica in atto. Prima ancora era un perfetto sconosciuto per i nicoteresi, ma per il quale il sindaco Marasco raccoglieva preferenze, nelle regionali dello scorso gennaio. Un ottimo lavoro, quello del primo cittadino, tant’è che Pitaro ha avuto un buon piazzamento; anzi, nella cittadina costiera è stato il più votato in assoluto.

Figlio di un grande massone, Vito Pitaro è passato con agilità da Rifondazione Comunista a Forza Italia, passando per Brunello Censore. Il suo nome spicca nelle carte dell’inchiesta Rinascita Scott, dove emerge in un’intercettazione in cui Pietro Giamborino sostiene che Brunello Censore e Vito Pitaro nelle politiche del 2018 si sarebbero avvalsi «dell’appoggio di persone ‘”ad alto rischio”, esponenti della criminalità locale, per garantirsi il bacino di voti». Insomma, un politico con la P maiuscola.
Sulla questione del 118, però, le cose non stanno esattamente come Pino Marasco vorrebbe far credere, per due ordini di motivi. Il primo riguarda l’intercessione salvifica di Pitaro; il secondo, la carne viva del problema 118. Il sindaco mente quando afferma che Pitaro ha risolto la questione. L’atto che egli sfoggia con prosopopea parla chiaro. Una postazione non medicalizzata del 118 era già prevista addirittura da una delibera dell’Asp del 2012.

Il 28 giugno di quell’anno la Regione Calabria approvò un decreto che prevedeva la postazione di due ambulanze non medicalizzate nel territorio, nell’ambito della “proposta programmata progetto di riordino, riorganizzazione e reingegnerizzazione della rete Urgenza/Emergenza” che prevedeva per la provincia di Vibo Valentia cinque postazioni territoriali medicalizzate (a Tropea, Soriano, Serra San Bruno e due a Vibo), e due postazioni non medicalizzate che dovrebbero “garantire quella tipologia di intervento che non necessita di medico a bordo”, nello specifico, in quelle aree più distanti dalle postazioni Suem, da cui, quindi, il 118 impiega più tempo ad arrivare. E quelle zone erano, guarda caso, il territorio nicoterese, e quello dell’angitolana, ovvero l’area confinante con la provincia di Catanzaro. Tali postazioni erano già previste, dunque, illo tempore.
Pitaro, contrariamente a quanto afferma Marasco, non ha inciso, né poteva incidere su tale scelta, in quanto già prevista nella geografia delle postazioni sanitarie nel lontano 2012. E’ in mala fede Marasco quando gli attribuisce il ruolo del benefattore dei nicoteresi.
Secondo punto. Perché mai se il decreto è stato firmato nel 2012 in questi otto anni non è mai stata attivata la postazione non medicalizzata, nonostante le innumerevoli proteste e le petizioni dei cittadini, i terribili incidenti e i poveri malcapitati sull’asfalto sanguinanti per più di un’ora in attesa di un’ambulanza? Per un motivo molto semplice, arcinoto al sindaco Marasco, e cioè mancano i medici, mancano gli infermieri, mancano gli autisti. L’Asp di Vibo non dispone di tali risorse umane; non ne disponeva in passato, e non ne dispone nemmeno adesso. Le nuove assunzioni sono immediatamente assorbite in ambito ospedaliero, dove la carenza di personale è sempre più crescente. C’è inoltre una strana situazione con cui l’Azienda deve fare i conti: pare che gli infermieri interpellati non abbiano accettato di prestare servizio nella cittadina costiera, nemmeno gli infermieri di Nicotera, che vivono a Nicotera.
Per poter garantire il servizio l’Asp deve poter disporre di venti figure professionali: un miraggio.
Inoltre, due parole vanno spese sulla faccenda dell’assenza del medico a bordo.
Secondo il decreto del 2012 “l’ambulanza non medicalizzata sul territorio garantisce quella tipologia di intervento che non necessita di medico a bordo”.
Sarebbe interessante capire perché l’ambulanza nel territorio nicoterese non necessiterebbe di un medico sull’ambulanza. A queste latitudini, forse, la gente non è fatta di carne, ossa, infarti e incidenti? Vista la distanza da Nicotera con il primo ospedale (30 km), tre quarti d’ora per arrivare sul posto, altri tre quanti d’ora per rientrare, l’ambulanza sfora pericolosamente la famosa “golden hour” e i “tempi dell’allarme Target” per salvare una vita umana, previsti dall’OMS.
E sulle vite umane non si dovrebbero costruire le campagne elettorali, né fare post acchiappalike dagli effetti speciali, che non collimano con la realtà dei fatti.