Se avete presentato la domanda per accedere al concorso di Istruttore amministrativo contabile o per vigile urbano presso il Municipio di Nicotera, sappiate che autorizzate il Comune di Castel Mella, un centro sito nell’hinterland meridionale della città di Brescia, di trattare i vostri dati personali, ed eventualmente sensibili, oggetto delle dichiarazioni contenute nella domanda medesima.

Il punto è chiaramente specificato nei modellini allegati ai bandi di concorso (1). Può sembrare strano, ma è così. Eppure una spiegazione a questa stranezza deve esserci. Ed è una spiegazione che probabilmente va trovata nell’inveterata abitudine dell’amministrazione Marasco di copiare selvaggiamente qualsiasi documento da altri Comuni. L’abitudine a scopiazzare come se non ci fosse un domani è ormai talmente automatica e frequente che può capitare anche una svista, e cioè dimenticare di cambiare il nome del Comune proprietario di quell’atto. E così questa volta non ci è voluta nemmeno una piccola ricerca per capire quale fosse l’ente prescelto da saccheggiare (senza ovviamente chiederne previa autorizzazione). La cosa è degna di nota perché non è la prima volta che l’esecutivo Marasco si trova al centro di situazioni simili.
Cittaducale
Il vizietto di copiare risale già alla prima campagna elettorale per le amministrative del 2018, che si conclusero con un nulla di fatto per mancato raggiungimento del quorum (essendo la lista capitanata da Giuseppe Marasco l’unica ad essere scesa in campo). In quell’occasione la lista “Rinascita Nicoterese” presentò un programma volenteroso e carico di entusiasmo che però aveva un unico difetto: era stato copiato da quello presentato un anno e mezzo prima, nel maggio del 2017, dal candidato a sindaco di Cittaducale, Leonardo Ranalli.

Cittaducale (nella foto) è un piccolo paese del reatino, nel Lazio, che conta poco più di sei mila abitanti. Ma cosa poteva collegare una ridente cittadina dell’entroterra laziale con una che invece si affaccia sul mare? Praticamente nulla: la prima amena e tranquilla, la seconda tre volte sciolta per mafia e funestata da una serie di tragici accadimenti. Ma non si guardò certo a questi dettagli.
Fiorano modenese
Ma non era finita lì.
Lo scorso maggio, l’amministrazione ci ricasca. Ad essere copiato stavolta è il regolamento della biblioteca comunale “Paolo Monelli” del comune di Fiorano Modenese, cittadina di 17.000 anime incastonata nell’Appennino tosco-emiliano. L’ente in provincia di Modena si è dotato di tale documento nel 2012, e da quel documento l’autore della versione nicoterese ha attinto a piene mani, anzi, ha fatto proprio un copia/incolla francamente imbarazzante.

Una copiatura effettuata, anche in questa occasione, senza chiederne gentilmente l’autorizzazione agli autori. Un testo altrui spacciato per proprio. E poi c’è la ciliegina sulla torta, quella annunciata in apertura dell’articolo: i modelli per accedere ai concorsi copiati da capo a piedi da un comune del bresciano.
Queste continue e umilianti scopiazzature effettuate ai danni di altri comuni, non possono che arrecare disdoro alla cittadina costiera che si è da sempre fregiata del nome di “città della cultura”. Infatti, ha donato al mondo intellettuali e artisti; pensiamo al filosofo Antonino De Bella (1850-1912); al letterato Antonio Pagano (1879-1957); l’etnografo Raffaele Corso (1879-1957); lo storico Vincenzo Brancia (1818-1896); il pittore Domenico Russo (1831-1907); allo studioso Achille Russo (1866-1955); il letterato Bruno Vinci, nicoterese d’adozione; al preside Cavallari, ad altri ancora.

Com’è possibile che il paese della cultura, la cittadina che è stata una delle prime, in Calabria, ad avere un Liceo Classico, che si è distinta per circoli letterari e culturali, si ritrovi adesso ad essere amministrata da signori che prendono a pugni la grammatica italiana? Proprio a causa di tali vistosi deficit, chi amministra quella che era la città di Antonino De Bella, si fa scrivere i discorsi dall’eminenza grigia della casa municipale che, come il vento, ha attraversato tutte le amministrazioni, dal secondo Adilardi ai giorni nostri. E sarebbe una cosa buona e giusta, visti i limiti degli amministratori, se l’eminenza in questione possedesse, almeno lei, adeguati strumenti grammaticali.
Addetto stampa e curatore di discorsi ufficiali, tuttavia, neanche l’eminenza sembra brillare in sintassi, e i continui strafalcioni non fanno che dare il colpo di grazia alla reputazione di Nicotera.

I discorsi delle occasioni ufficiali.
Non si sono mai visti, nelle occasioni pubbliche, il sindaco, i consiglieri e gli assessori parlare in pubblico “a braccio”, affidarsi, cioè, alla spontaneità, attingendo al proprio bagaglio espressivo e culturale, ma tutti si affidano rigorosamente a una velina che tengono dritta davanti alla faccia come un sillabario. Discorsi già preparati e poi ripetuti, senza la minima impronta personale di chi li legge. Gli intellettuali appena citati, che hanno fatto grande il nome di Nicotera, si saranno già rivoltati nella tomba, perché la loro città natale è ormai irriconoscibile: da colta è diventata semianalfabeta.

Riportiamo qui un breve stralcio di un comunicato, pubblicato sulla pagina social ufficiale del comune, in cui sono evidenti inaccettabili errori grammaticali.

Se non fosse per l’avvento dell’Illuminismo, potremmo credere che Nicotera sia stata oggetto delle attenzioni di uno jettatore, o vittima di un maleficio, ma, molto più concretamente, è doveroso prendere atto che sia finita alla mercé di ignoranza e immoralità, ormai da anni; personaggi opachi, innalzati di colpo al ruolo di “consigliori”, si aggirano come ombre a palazzo Convento, e così, con un triplo salto all’indietro, Nicotera è passata dalle stelle alle stalle.
(1) http://albonicotera.asmenet.it/allegati.php?id_doc=29110512&sez=11&data1=29/05/2020&data2=27/07/2020