Coronavirus. Per il noto locale nicoterese “Fragole amare”, sito in pieno centro storico, è ormai un ricordo lontano, anzi lontanissimo. Il bar, famoso per i suoi cocktails, è passato, di propria iniziativa, dalla fase 2 alla fase “liberi tutti”. Infatti, sia nelle serate di sabato 30 maggio e di domenica 31, gli avventori del locale si sono dati alla pazza gioia senza che qualcuno facesse loro notare che vi sono delle regole che prevedono un minimo di distanziamento sociale, giusto per evitare che qualcuno positivo al virus contamini mezzo mondo. Ma niente. Tutto è filato liscio come l’alcool nelle due serate di movida sfrenata, e nessuno, nemmeno il sindaco Giuseppe Marasco, sempre attento e rigoroso nell’attuare il rispetto delle regole in materia di covid, ha avuto niente da dire.

Eppure il decreto attualmente in vigore parla chiaro: gli assembramenti di persone sono espressamente vietati, e qualora si svolga un evento, è obbligatorio mantenere la distanza di un metro tra le persone, le quali, per inciso, devono indossare la mascherina.

Ecco uno stralcio del decreto governativo dedicato alla fase 2: “Restano sospesi gli eventi che implichino assembramenti in spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile assicurare il rispetto delle condizioni già indicate; restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, le fiere e i congressi”. Insomma, quello che è accaduto per due sere consecutive in largo Roberto il Guiscardo è palesemente una violazione della normativa vigente. Gli avventori del locale, infatti, come si può vedere dalle foto che corredano questo articolo, sono tutti vicinissimi, quasi ammassati uno sull’altro, come se la pandemia non fosse mai esistita. A infiocchettare l’allegro quadretto la totale assenza di mascherine.

Una violazione delle regole che contrasta clamorosamente con la drammatica vicenda di chi, a Nicotera, non ha più potuto riaprire il proprio negozio proprio perché le distanze da rispettare tra i clienti, richieste dal decreto, hanno impedito una ripresa dell’attività. Un blocco che ha segnato la fine dell’impresa commerciale. Insomma, in questa drammatica circostanza di ordine planetario, pare che a rimetterci le penne siano proprio quelli che le regole le rispettano e non certo quelli che le calpestano. Tornando al sindaco Giuseppe Marasco, infermiere, dunque uno che è stato a stretto contatto con la drammaticità del covid, e che spesso si è fatto severo applicatore delle normative anticontagio, quando, per esempio, dall’altoparlante dell’auto della protezione civile locale dettava con i suoi proclami, per le vie del paese, con tono fermo e perentorio, i severissimi codici di comportamento; il sindaco, dicevamo, probabilmente nel week end era troppo distratto a dare la caccia ai “lordazzi”, come egli prosaicamente definisce chi si disfa impropriamente della spazzatura, per accorgersi di ciò che avveniva in piazza Guiscardo.

Colpiti dal virus della distrazione anche i suoi “volontari”, quelli che, per intenderci, nelle loro pagine social spargono schegge di terrore su un’imminente recrudescenza del coronavirus, e si salvi chi può… eppure nemmeno loro si sono accorti dell’assembramento selvaggio in quel di Fragole amare. Le pose da austeri difensori delle regole, come inesorabili burocrati, sono per il momento in modalità stand-by.
Resta da sottolineare il fatto che la permissività concessa nei riguardi di alcuni, e il rigore espresso nei confronti di altri, confonde i cittadini che vogliono credere che le regole devono valere per tutti. Ma se questo non avviene, se si persevera in atteggiamenti schizofrenici, chiunque può sentirsi autorizzato a violare codici e disposizioni.